"Dall'economia dell'occupazione all'economia del genocidio" - Agribusiness, sostituzione coloniale e controllo delle risorse energetiche

12 agosto 2025 ore 10:00

Il colonialismo d’insediamento oltre la violenza: Agribusiness, sostituzione coloniale e controllo delle risorse energetiche.

Nei Territori palestinesi occupati le strategie del colonialismo d’insediamento israeliano per tenere sotto controllo il territorio e la popolazione - appropriandosi delle terre dei palestinesi stabilendo colonie e insediamenti considerati illegali dal diritto internazionale - sono pervasive e vanno al di là delle azioni apertamente violente da parte dei coloni israeliani e di Israele.

Tra gli aspetti dell’occupazione messi in luce dal rapporto di Francesca Albanese “Dall’economia dell’occupazione all’economia del genocidio”, la relatrice speciale ONU sottolinea anche il sistema di lunga data attraverso il quale Israele si è appropriato e ha tratto profitto dalla risorse palestinesi creando delle condizioni di vita calcolate per distruggere la popolazione palestinese.

Israele controlla infatti le risorse naturali della Palestina, non solo quelle all’interno dei confini dello Stato di Israele, ma anche quelle formalmente appartenenti ai Territori palestinesi occupati, come quelle situate nell’area C designata dagli accordi di Oslo: acqua (che arriva razionata nei Territori palestinesi), campi agricoli, coltivazioni, risorse energetiche.

Dopo ottobre 2023, le aziende private non hanno interrotto i rapporti commerciali con Israele. In questo modo non solo hanno contribuito alla distruzione della vita palestinese nei territori occupati, ma hanno anche aiutato a costruire ciò che l’ha rimpiazzata: nuove colonie e insediamenti illegali serviti da tutti le infrastrutture necessarie, estrazione e commercio di materiali, energia e prodotti agricoli. A questo si aggiunge il turismo, che non si è mai fermato facendo pensare che i territori palestinesi occupati fossero una qualsiasi meta turistica.

Il settore imprenditoriale nazionale e internazionale ha continuato a foraggiare e trarre profitto dalla creazione di condizioni di vita calcolate per distruggere la popolazione palestinese, alimentando il fitto intreccio di relazione di dipendenza creato da Israele nei confronti della popolazione palestinese.

L’obiettivo è espellere completamente, cancellare o marginalizzare la popolazione autoctona a vantaggio di una nuova società coloniale.

In "Dall'economia dell'occupazione all'economia del genocidio" la Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati Francesca Albanese ricostruisce come, con l’ausilio crescente di entità economiche private, Israele ha perseguito l’espropriazione delle terre in Palestina e il trasferimento forzato dei palestinesi, un processo partito agli inizi del ‘900 e che si è intensificato prima con la Nakba del 1948 e poi soprattutto a partire dal 1967.

Leggi il capitolo del rapporto "Dall'economia dell'occupazione all'economia del genocidio"

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