Il 15 luglio scorso i senatori di Forza Italia Gasparri, Zanettin, Paroli, Damiani, Occhiuto, Ternullo, Trevisi e De Rosa hanno presentato una interrogazione parlamentare rivolta al Ministro della Giustizia Nordio nella quale attaccano la puntata di Report dal titolo "Mori va alla guerra" andata in onda il 22 giugno scorso. Report, scrivono gli interroganti "ha diffuso il contenuto di presunte intercettazioni del tutto irrilevanti sotto il profilo penale e coperte da segreto investigativo, che coinvolgono l’ex comandante de ROS dei Carabinieri Mario Mori, il suo avvocato, Basilio Milio, e il giornalista de “Il Dubbio”, Damiano Aliprandi". "L’intera puntata si è basata, infatti, sulle accuse rivolte al generale Mori di “pilotare e “condizionare” dall’esterno la Commissione parlamentare antimafia che da due anni ormai sta lavorando per far luce sulle indagini relative al rapporto mafia-appalti".
Continua l'interrogazione: "Da quanto emerso, le intercettazioni sarebbero state realizzate dalla Procura di Firenze, che dal 2023 sta indagando sul generale Mori, con l’ipotesi di strage, associazione mafiosa, terrorismo internazionale ed eversione dell’ordine democratico, per “non aver impedito le stragi mafiose del 1993 e del 1994”; ad oggi, non risulta avviata alcuna indagine da parte del procuratore di Firenze, Filippo Spiezia, in merito alla palese e grave violazione del segreto". "Lo scopo della puntata di “Report” di domenica 22 giugno 2025 sembrerebbe quello di screditare e delegittimare i soggetti auditi in questi mesi dalla Commissione antimafia, trattandosi di testimonianze che hanno fornito elementi obiettivi contrastanti con la ricostruzione offerta del senatore Scarpinato". In conclusione i senatori di Forza Italia chiedono al Ministro Nordio "se, stante la gravità di quanto accaduto nel corso della puntata di “Report” di domenica 22 giugno, il Ministro in indirizzo ritenga di avviare un’ispezione presso la Procura della Repubblica di Firenze volta a individuare ogni responsabilità relativa alle intercettazioni abusivamente diffuse e al fine di valutare eventuali conseguenti iniziative".
Come si vede, questo è solo l'ultimo attacco che la maggioranza politica che guida il paese rivolge al giornalismo di inchiesta. Negli ultimi due anni abbiamo ricevuto una decina di denunce penali o civili da esponenti apicali della maggioranza, da ministri, dal capo gabinetto del presidente del Consiglio, dal presidente del Senato e, per la prima volta nella storia del giornalismo italiano, da un intero partito. Alla fine, per stabilire se la nostra inchiesta del 22 giugno è solida oppure no c’è una cosa semplicissima da fare: il Presidente della Commissione parlamentare Antimafia Colosimo dovrebbe acquisire immediatamente gli atti dalla Procura di Firenze e metterli a disposizione del Commissari nelle forme opportune. Attraverso la lettura di quegli atti si potrà finalmente capire se la Commissione Antimafia è davvero pilotata dal generale Mario Mori e perchè.
Ricordiamo che la procura di Firenze sta indagando il generale Mori (le cui tesi la maggioranza politica nella Commissione Antimafia appoggia nettamente) per l’ipotesi di strage, associazione mafiosa, terrorismo internazionale ed eversione dell’ordine democratico.