È così che un’azienda strategica, sottoposta al golden power della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sarebbe stata trasformata in un crocevia affaristico di interessi che lambirebbero anche la criminalità organizzata. È la storia inedita del Cantiere Navale Vittoria, l’azienda che produce motovedette militari vendute alle Marine e agli eserciti dei Paesi mediterranei (Libia, Malta, Tunisia, Grecia e Italia) e della crisi finanziaria che l’ha investita nel 2023.
Controllare il Cantiere Navale Vittoria significa mettere le mani su un settore strategico come quello degli armamenti, un tema che esplode nel mese di settembre quando all’interno del cantiere vengono rinvenuti due fucili mitragliatori Browning M2 che avrebbero dovuto essere montati su due motovedette destinate all’Oman. Sul loro ritrovamento indagano oggi la Guardia di Finanza e la Procura di Rovigo, così come sulla crisi del Cantiere Navale Vittoria.
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Le informazioni fornite dall'amministratore delegato Robero Cavazzana
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Le informazioni fornite da Fabio Pinelli, vicepresidente CSM
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La lettera inviata da Arkipiù
La osservazioni di Report alla lettera inviata da Arkipiù
Nel corso dell’inchiesta “Battaglia navale” i legami tra la società Arkipiù e Roberto Cavazzana, oltre ad alcune circostanze legate alla stessa Arkipiù, sono stati ricostruiti solo basandosi sul supporto di documenti. In merito al ruolo di Sergio Scalzone, all’interno della visura storica dell’azienda lo stesso è indicato come socio dell’azienda fino al suo decesso quando le sue quote passano nella titolarità dei figli Aldo e Maria Silvia Scalzone. In alcun modo, all’interno del servizio, viene “insinuato che la camorra controlli la società”, ma viene solo dato atto di un fatto, ovvero che Sergio Scalzone è stato anche socio di un imprenditore già condannato per reati collegati alla criminalità organizzata. Quanto ai rapporti con la Rete Het guidata dall’imprenditore Roberto Cavazzana, risultano diversi bonifici partiti da Arkipiù e indirizzati a Rete Het che confermano le strettissime relazioni commerciali esistenti tra le due realtà societarie, oltre al ruolo di Arkipiù come general contractor.
Quanto alla presunta frode sul superbonus, i documenti dell’Agenzia delle Entrate parlano di “Indebita deduzione di costi afferenti ad operazioni oggettivamente inesistenti” e di “Emissione di fatture per operazioni inesistenti” e indicano un importo da recuperare di oltre 3,3 milioni di euro. Nel servizio non si parla infatti di inchiesta giudiziaria, ma di un procedimento aperto presso l’Agenzia delle Entrate. Inoltre, proprio sul tema della presunta frode, l’Agenzia delle Entrate scrive: “Il presente provvedimento, evidenziando il reato di cui agli artt. 2 e 8 del D.Lgs. 74/2000 (“Dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti” ed emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti), integrerà la segnalazione trasmessa all’autorità giudiziaria territorialmente competente relativamente al PVC del 30.06.2025.
In merito all’acquisto del Cantiere Vittoria da parte di Cavazzana il servizio rileva ancora una volta un fatto, ovvero che la Rete Het di Cavazzana riceve consistente liquidità grazie al pagamento di fatture emesse nei confronti di Arkipiù e che anche grazie a quella liquidità procede all’acquisto del Cantiere Vittoria.