18/04/2024
12/08/2011


Uno sguardo su tutto il mondo del fumetto e su tutto il mondo, visto dai fumetti

Elisabetta "Tsunami" Melaranci
Un'estiva "onta anomala"

 

di Riccardo Corbò

 


 

 

 

Romana, trentaquattro anni compiuti nella settimana di ferragosto, Elisabetta Melaranci è l'autrice che vi presentiamo per accompagnarvi con le sue opere nella più calda e più vacanziera settimana dell'anno.




L'autrice, nella sua stanza [particolare]


Esordisce sulla scena dell'illustrazione partendo dal basso, realizzando "coloring" e “penne magiche” (queste ultime sono quei terribili albetti che si autocolorano, passandoci un pennarello ad acqua sopra, gioia di tutti i genitori che non si vedono la casa imbrattata dai pennarelli, e tomba della fantasia e dell'estro dei bambini, che qualnque cosa facciano, il colore compare come e dove vuole lui, a prescindere...)

Con questo peccato originale sulle spalle, Elisabetta passa all'Eura editoriale, dove realizza alcune storie per la serie "Napoli Ground Zero".

Nel 2000 inizia a frequentare l'Accademia Disney a Milano, e da là comincia la sua carriera per la casa del Topo. Si specializza negli adattamenti a fumetti delle serie TV e dei blockbuster animati.
Collabora con le testate "W.I.T.C.H", "Principesse", "Fairies", "Disney Channel Magazine", e realizza i volumi a fumetti di "Monster INC.", "Chicken Little", "Bolt", "La Principessa e il ranocchio", "Nemo", "gli Incredibili" e "Rapunzel".







Lavora anche con la Disney America con illustrazioni per i libri tratti dai grandi film classici e con Disney Channel per i fumetti della serie tv “Kim Possible”.

Tra le sue ultime fatiche su cui è al lavoro, un adattamento per ora assolutamente top secret sul prossimo film di un grande regista di incubi natalizi, poi ancora "coloring" sul prossimo attesissimo film della Pixar "Brave" (personaggio che assomiglia ad Elisabetta in maniera quasi disturbante....) e sugli amatissimi Muppets.




Insommma, questo è il lavoro della Melaranci.


Dopodiché, se andate sul suo blog, si scopre una sua produzione "parallela" meravigliosa. Qualcosa che realizza assolutamente solo per il suo piacere. Nessuno la paga per queste illustrazioni, ma sono quelle dove "Tsunami" sperimenta e si sbizzarisce di più.



Una incredibile e immaginifica serie di donnine, pin-up, pin-uppone, che siano semplicemente abbozzate in uno schizzo di matita o riccamente elaborate al computer, che con estrema allegria e disinvoltura mettono in mostra gambe slanciate o gambone gaudienti, piccoli seni sopra a sederi prosperosi, linee nervose affiancate a curve sinuose.



Elisabette sperimenta senza pudore, con spirito e meraviglia, condividendo col pubblico del suo blog, i suoi fallimenti, i suoi tentativi, i suoi successi con la colorazione o un nuovo stile.

Ci piace sottolineare per esempio i suoi tentativi con le texture:





Oppure questo improvviso cambio di stile, per ora rimasto unico nel suo genere, che richiama tra le altre cose lo stile di Jamie Hewlett (co-ideatore di Tank Girl e dei Gorillaz):




Anche le sue gambone hanno un illustre predecessore: Robert Crumb, padre del fumetto underground americano ha un vero e proprio feticismo, dichiarato anche nella vita reale, per le donne con le gambe e il sedere diciamo "importanti". La produzione di Crumb è caratterizzata da donne sempre più giunoniche e con gambone sempre più robuste, alle quali i personaggi maschili si aggrappano con espressioni tra l'estatico e il satirico.



Abbiamo provocato Elisabetta, chiedendole se tutta questa galleria di tette, culi, cosce, in bella vista, non è un mero "fan-service" per il pubblico maschile, una esaltazione dell'immaginario predominante, che schiaccia la donna al mero ruolo di bellezza desnuda, e la lega solo alla sfera del corpo e non del cervello.
Ci ha prontissimamente risposto così:

Elisabetta Melaranci: Io sono una donna (anche se molti metterebbero in dubbio questa mia affermazione) ma ADORO i bei seni e bei glutei.
Sulla spiaggia sono la prima a notare un bel posteriore ben tornito.
Il bello non ha sesso.
E poi io sono per la par condicio, guardo pure quello degli uomini.
Le mie donne ciccione piacciono più alle donne che agli uomini in realtà.
Le secchette e inappetenti mi\ci hanno stufato.
Io non riesco a fare donne magre sensuali o ironiche.
Ho notato che disegno donne magre solo quando sono triste o arrabbiata. Stramba cosa, eh...?
Mi dicono che le mie donnine sono buffe ma sensuali al tempo stesso e questa cosa mi piace molto.
In primis perché comunque non risultano mai volgari.
La volgarità e la sensualità sono due cose molto diverse.
Guarda il disegno "gabbia per uccelli".
Nonostante sotto la gonnella ci sia uno sfarfallio di @@@@@  l'illustrazione non è offensiva, anzi, la guardi e ti metti a ridere.
Però ti fermi a pensare.
E, di nuovo, gli uomini si imbarazzano a vederla molto più delle donne....
(NDR: è vero, tanto che non l'abbiamo pubblicata qui. Chi è curioso, la cerchi nel blog di Elisabetta...)
Lo sai perché?
Perchè le mie donne non sono oggetti sessuali.
Au contraire mon ami, l'uomo è il loro oggetto sessuale.
Quando le disegno non penso a pose o atteggiamenti che piacerebbero a un uomo, penso a come le donne vorrebbero essere, all'immagine che hanno di loro e che non corrisponde necessariamente al loro aspetto fisico.
Non parlo delle pin up. Parlo delle donne, quelle vere, che magari hanno 2 cm di seno e una circonferenza fianchi così grossa che se gli lanci una mela addosso entra automaticamente in orbita.
La mia mano è indubbiamente
disneyana.
E io di questo ne ho fatto un punto di forza, non un difetto.
Adoro le linee curve e morbide e mi diverto ad alternarle con tratti spigolosi e a variare le proporzioni.
Tutto qui.




Ammutoliti completamente da questa risposta, ci limitiamo a goderci una illustrazione "papiro" (tecnica ideata e resa famosa sul web da Makkox) che riportiamo anche qui nel nostra articolo.




Guest star della "striscia", Flaviano Armentaro, somma e giovanile mano della nuova leva della satira e dell'illustrazione italiana, che detta consigli nel suo stile aulico da tutti apprezzato.

Un po' attoniti di fronte alla figura grafica che dà di se stessa, ceretta da fare a breve compresa, le chiediamo quanto sia reale o quanto invece sia esagerazione "narrativa", ci risponde:

Elisabetta Melaranci: Ma veramente voi pensate che le disegnatrici lavorino coi capelli acconciati e lo smalto sulle unghie?
I capelli si reggono per miracolo con un mollettone sghembo del '15-'18 e lo smalto (che non togli perché ti ricorda che 2 mesi prima anche tu hai avuto una serata mondana) è così scrostato che sul pollice puoi distinguere chiaramente la forma della Corsica.
Ti confesso un'amara verità.
Noi tutte abbiamo le mutande da lavoro.
Quelle comode, ascellari, con l'elastico sfilacciato e il pupazzetto staccato per metà (il pupazzetto fa glamour).




Basta. Elisabetta ha vinto. Per Ferragosto, tra una fetta di cocomero, un birretta fredda, un bagno notturno al mare o una passeggiata nella fresca montagna, vi consigliamo una visita al suo blog e la photogallery del Tg3!