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Quanto sono vecchie le auto degli italiani

E quanto inquina il trasporto privato

18-05-2018 06:00

Quanto sono vecchie le auto degli italiani

 

I dati di vendita mensili forniscono un'immagine solo parziale dell'auto in Italia e di tutto quello che le ruota intorno. Il mese scorso nel Nord Ovest sono state comprate più macchine che altrove nel Paese (l'8,6%), le vendite di quelle a benzina/metano sono aumentate del 107% rispetto ad aprile 2016, ma non è noto quanta strada percorrono in media le vetture  al giorno o l’età delle vetture.

Uno studio commissionato dell'associazione delle case automobilistiche estere presenti in Italia (l'Unrae) a due fra i principali istituti di ricerca nel nostro paese: il Censis per i dati di carattere socio-economico e il CNR per i dati sulle emissioni, fornisce nuove informazioni.

Dall'indagine è emerso che le auto in Italia hanno in media 10,9 anni. Nel  2008  la media era di 7,9 anni, segno che la recessione ha   costretto gli italiani più poveri a non cambiare l’auto. Sono  in circolazione 7,6 milioni di auto Euro 0, 1 o 2, cioè immatricolate prima del 1999.

Nel nostro paese il 65,3% degli spostamenti avviene in auto (erano il 63,8% dieci anni fa), segno che l'auto rimane il mezzo di trasporto preferito, complice la poca attenzione ad agevolare e migliorare il trasporto pubblico anche scoraggiando quello privato che contribuisce a congestionare le strade, rallentando il trasporto pubblico.  A tal proposito è emerso dalla ricerca che le metropolitane di Milano, Napoli, Roma e Torino trasportano insieme la metà dei passeggeri l'anno di quelle di Londra o Parigi, ben più estese.

Gli italiani si dichiarano attratti dalle auto elettriche. Però l'Italia è indietro rispetto ad altri paesi europei: nel nostro paese ci sono attualmente circa 2.700 colonnine per la ricarica delle batterie, circa un decimo rispetto alla Germania. Alla luce di questi dati l'Unrae ha messo a punto una serie di richieste in vista dei prossimi anni, quando le autorità, le aziende ed i privati dovranno affrontare temi nuovi che riguardano la mobilità, a partire dall'ulteriore stretta sulle emissioni (i test di consumo diventeranno sempre più severi) fino alle auto connesse ad internet o con motori ibridi ed elettrici.

L'Unrae chiede a tal proposito di definire un piano di sviluppo a lungo termine che non faccia arrivare impreparata l'Italia agli obiettivi europei per il 2025, 2030 e 2050; sviluppare le strutture necessarie per aumentare la diffusione delle auto elettriche; programmare e coordinare le iniziative locali per l'abbattimento delle emissioni, nel tentativo di ridurre le iniziative estemporanee come le domeniche ecologiche ed i blocchi del traffico.

Un dato interessante è quanto il  trasporto passeggeri (che quando è privato, salvo mancanza di trasporti pubblici alternativi, è una comodità) contribuisca  pesantemente all'inquinamento ambientale in Italia, a maggior ragione quando lo si mette a confronto con la filiera della produzione di energia, che è invece un settore insostituibile: nel primo le emissioni di anidride carbonica sono pari al 18,6%, nel secondo al 30,2%.

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