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Spenti Tutor e Vergilius

I sistemi di controllo della velocità sono responsabilità delle istituzioni, non dei concessionari

30-05-2018 11:21

Spenti Tutor e Vergilius

Da ieri, Autostrade per l’Italia e la polizia stradale hanno deciso di spegnere tutti i 333 «Tutor» distribuiti  su 3.100 chilometri. Sono spenti  anche tutti i «Vergilius» con cui, dal 2012, veniva controllato il rispetto dei limiti di velocità, media e istantanea, in alcuni tratti  gestiti da Anas: dalla «Romea» all’«Aurelia» passando per la «Quater Domitiana» e su 108 chilometri dell’A2 «Autostrada del Mediterraneo».  

La decisione segue la sentenza del 10 aprile 2018, in cui  la corte di appello di Roma ha respinto l’istanza della Società Autostrade.

Lo stop con il vecchio sistema è insomma definitivo, e il  controllo elettronico di velocità media fra una porta e un altra, chiamato Tutor, gestito dalla Polizia  Stradale, non funziona più.

Ovviamente sulle Autostrade restano pistole laser, autovelox e altri sistemi di rilevazione di velocità; e i limiti di velocità imposti dal Codice delle Strada restano; ci saranno solo meno sistemi di controllo. Se adesso, senza Tutor, ci sarà una impennata di incidenti, sarà la controprova che i conducenti sono sensibili ai sistemi sanzionatori più che alla persuasione, e questo sarà un argomento di ferro per moltiplicare i nuovi sistemi di controllo appena disponibili.

Lo spegnimento dei Tutor segue dalla sentenza del 10 aprile 2018 per il contenzioso  fra Autostrade per l’Italia e la Craft,  l’azienda che rivendica i diritti sul brevetto, per cui (a detta del titolare) aveva chiesto 1,5 milioni di euro e aveva ricevuto una offerta di 150.000.

«Dopo 12 anni di battaglie legali — racconta Romolo Donnini, fondatore dell’azienda che ha vinto il contenzioso sul brevetto dei Tutor con Autostrade — vedo riconosciute le mie ragioni: avevo avuto quest’idea mentre stavo guidando col mio amico e socio Andrea. Un autista ci passò a grande velocità salvo poi far fumare i freni perché si era accorto di avere davanti un autovelox. Un istante dopo averlo superato era ripartito più veloce di prima. Per evitare il ripetersi di queste pericolose manovre mi era venuta l’idea di ideare un sistema che misurasse la velocità non in un punto, ma su un intero tratto. Dopo aver trovato il modo, ho depositato il brevetto». Donnini alla fine ha vinto.

La “tregua” per i conducenti sarà  momentanea. Perché  nel frattempo Polizia Stradale ed Autostrade per l’Italia stanno lavorando per l’attivazione in via sperimentale del nuovo sistema SICVe PM (rileva sempre la velocità media) approvato con provvedimento del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti N. 3338 del 31 maggio 2017.

Polizia Stradale e Autostrade per l’Italia hanno rilasciato un comunicato congiunto: “In relazione alle notizie pubblicate dai media sulla pronuncia della Corte d’Appello di Roma, relativa al rigetto dell’istanza di sospensione degli effetti del dispositivo della precedente sentenza del 10.4.2018, a proposito dell’utilizzo del sistema Sicve-Tutor sulla rete autostradale, Polizia Stradale e Autostrade per l’Italia precisano che a valle dell’avvenuta disattivazione del sistema continueranno, ciascuna per gli obblighi specificamente loro imposti dalla legge, ad avere cura della sicurezza e della incolumità dei cittadini che viaggiano in autostrada.

Secondo la Corte Autostrade per l’Italia non ha alcun obbligo di installare sistemi di rilevazione della velocità ed è per tali motivi che la Corte d’Appello non ha ritenuto Autostrade per l’Italia legittimata ad ottenere la sospensione dell’esecuzione della sentenza del 10 aprile scorso.

La tutela della sicurezza stradale è in capo alle istituzioni preposte. Polizia Stradale ed Autostrade per l’Italia stanno lavorando per l’attivazione in via sperimentale del nuovo sistema SICVe PM, approvato con provvedimento del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti N. 3338 del 31 maggio 2017.”

Infatti il gruppo Autostrade  è corso ai ripari e ha brevettato un nuovo sistema. Sarà  utilizzato, in via sperimentale, da luglio. Iniziando dai tratti più trafficati dall’esodo estivo. Intanto, un po’ di preoccupazione c’è. «Il Tutor ha contribuito a ridurre del 70 per cento la mortalità sulle autostrade — afferma il prefetto Roberto  Sgalla della Polizia di Stato — e anche dal punto di vista dell’educazione stradale ha funzionato visto che le multe per eccesso di velocità sono calate da 614.431 del 2016 a 502.535 dello scorso anno (-18,21%)».

Numeri  che raccolgono infrazioni anche  gravi: nel 2017, la Stradale ha multato un automobilista che sfrecciava in autostrada alla "media" di 293 chilometri orari. Un altro , invece, è stato multato  19 volte nello stesso giorno ricevendo multe per 5.468 euro. «Chi pensa di poterli imitare — ammonisce Sgalla — troverà le nostre pattuglie pronte a sanzionarlo, oltre agli autovelox e ai Trucam».


La pronuncia della Cassazione  chiarisce che i sistemi di controllo della velocità sono responsabilità delle istituzioni, non dei concessionari. Questo secondo la normativa vigente, che potrebbe in futuro essere modificata dal legislatore, per non caricare di ulteriori costi il  bilancio dello Stato.

Considerando che (dati ASAPS) nell’ultimo fine settimana, il quarto di maggio 2018, si sono contate 27 vittime sulle strade (record del 2018) sulla base dei soli rilievi della Polizia Stradale e dei Carabinieri ai quali si dovranno poi aggiungere i dati dei rilievi delle Polizie Municipali, è evidente che servono molti più sistemi di controllo, non meno.

Questo in attesa del futuristico sistema di controllo basato sul GPS della black-box che consentirà di sanzionare “qualunque” superamento, anche istantaneo, del limite di velocità. E questo ovunque.

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