Il Wuppert Institute, nel rapporto “Living. Moving. Breathing. Ranking of 4 major Italian cities on Sustainable Urban Mobility, ha analizzato la mobilità sostenibile di quattro città italiane: Milano, Torino, Roma e Palermo.
L’analisi è stata condotta sulla base di dati relativi al 2016 e provenienti da fonti pubbliche ufficiali o direttamente dalle amministrazioni cittadine partendo dalla comparazione di 5 parametri: sicurezza stradale, qualità dell’aria, gestione della mobilità, trasporti pubblici, mobilità attiva.
Dallo studio emerge che la città dove la mobilità è meglio gestita è Milano, che in termini di punteggio stacca nettamente le altre tre. Tra queste ultime (Torino seconda, Roma terza e Palermo ultima) le differenze di punteggio complessivo non sono marcate, ma i punteggi specifici ottenuti sui diversi parametri danno una visione delle differenze di questi 4 contesti urbani.
Milano registra buone performance in materia di trasporto pubblico e gestione della mobilità; si tratta degli stessi indicatori che hanno invece maggiormente determinato il risultato negativo di Palermo. In generale le città italiane mostrano tassi di mobilità attiva – uso della bicicletta e spostamenti pedonali – molto più bassi di quelli di altre città europee e un livello di sicurezza stradale inferiore. Torino è risultata essere la città con il più alto numero di morti tra pedoni e ciclisti in rapporto alla popolazione, oltre ad essere la città con l’aria più inquinata.
A Roma l’uso del mezzo privato non è minimamente disincentivato. Ciò determina anche una mobilità fortemente congestionata, con un incremento di circa il 40% dei tempi di spostamento, causato dall’alto numero di automobili presenti sulle strade.
A Palermo i livelli di congestionamento del traffico sono leggermente superiori a Roma.
La disponibilità di servizi di bici e auto condivise è buona a Milano, modesta a Roma (specie in rapporto alla superficie della città) e nel capoluogo siciliano.
La qualità del trasporto pubblico è forse l’indicatore sul quale si registrano le distanze maggiori tra i quattro sistemi urbani: da Milano, che ha un TPL di livello “europeo”, a Torino, dove il servizio è già meno efficiente e utilizzato; fino alla crisi di ATAC a Roma, assurta alle cronache nazionali, e al bassissimo livello di utilizzo dei mezzi pubblici da parte dei palermitani. Questi ultimi utilizzano un mezzo privato per il 75% degli spostamenti in città; i milanesi vi ricorrono invece solo nel 43% dei casi.
La situazione dell’inquinamento atmosferico è grave in ognuna delle città oggetto della ricerca: tutte e quattro superano, ad esempio, i livelli di concentrazione massimi previsti dalle normative per il biossido di azoto, un gas tipico delle emissioni dei veicoli diesel.