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I Malavoglia, una famigliola disposta come le dita della mano, con padron N’toni, il dito grosso, che comandava le feste e le quarant’ore, suo figlio Bastianazzo, grande e grosso quanto il San Cristoforo che c’era dipinto sotto l’arco della pescheria della città, sua moglie la Longa, una piccina che badava a tessere, salare le acciughe e far figlioli da buona massaia, e i nipoti del vecchio N’toni, Luca, Mena, Alessi e Lia, tutti legati dal comune religioso affetto verso la casa del nespolo, simbolo della loro umanità umile, dolente e rassegnata.
L’autore, lo scrittore siciliano Giovanni Verga, ci presenta così i personaggi di quello che viene considerato uno dei capolavori del Verismo. È la storia, tragica e dolorosa, di una famiglia di pescatori nella Sicilia dell’Ottocento destinata a soccombere di fronte alla dura lotta per l’esistenza.
L’autore, lo scrittore siciliano Giovanni Verga, ci presenta così i personaggi di quello che viene considerato uno dei capolavori del Verismo. È la storia, tragica e dolorosa, di una famiglia di pescatori nella Sicilia dell’Ottocento destinata a soccombere di fronte alla dura lotta per l’esistenza.
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