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Marcello Mastroianni: Che bello essere attore!

  • Andato in onda:23/04/2018
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      MARCELLO MASTROIANNI: CHE BELLO ESSERE ATTORE!

       

      a cura di Elisabetta De Toma

       

      Radio Techete’ ripropone interviste radiofoniche in cui nel ripercorrere i suoi esordi e la sua carriera, Marcello Mastroianni considera il mestiere dell’attore il più bello del mondo

       

       

      C’è una leggerezza fatta di naturalezza e simpatia. Uno charme fatto di ironia e misura. C’è un istrionismo fatto di professionalità e umiltà. Una capacità di sedurre involontaria e non stereotipata. Una classe innata  ed inevitabile. Marcello Mastroianni aveva ed era tutto questo. Nei personaggi comici e in quelli drammatici.
       

      Lo era anche nei grandi incontri della sua lunga carriera, diventati quasi sempre grandi amicizie: pensiamo anche solo ai duraturi rapporti con Federico Fellini (dal 1960 con La dolce vita), Vittorio De Sica e Marco Ferreri. E agli undici film in quarant’anni con Sofia Loren. “Con Sofia non c’è mai stato nulla di sentimentale, di privato, ma è davvero la persona a cui voglio più bene, quella con cui mi sono più inteso. Basta uno sguardo e ci capiamo” (M. Porro, in Corriere della Sera, 20 dicembre 1996).

       

      Fondamentale nella fase in cui la sua passione divenne mestiere l’incontro con Giulietta Masina: era il 1948 e mentre recitavano insieme nella commedia satirica Angelica di Leo Ferrero, fu notato da Emilio Amendola, amministratore della Compagnia teatrale diretta da Luchino Visconti. Nove mesi dopo e per otto anni fu in scena con la compagnia da lui diretta e con attori del calibro di Rina Morelli, Paolo Stoppa, Vittorio Gassman.

       

      Negli stessi anni del teatro prese parte a numerosi film, non disdegnando anche ruoli minori. Con lui si affermò un nuovo concetto di “bello” nel fisico e nella voce (pensiamo che nei primi film veniva doppiato) soprattutto grazie al cinema neorealista.

       

      Tra i registi che lo diressero: Lizzani, De Santis, Emmer, Blasetti, Monicelli, Visconti, Fellini, Bolognini, Antonioni, Germi, Zurlini, De Sica, Scola, Risi, Ferreri, i fratelli Taviani, Tornatore, Altman, Faenza, Bosetti.

      Impossibile citare i suoi innumerevoli film. Ma ricordiamolo in tre di essi.

      Ne I soliti ignoti (1958) nell’essere così azzeccato in quel coacervo di disgraziati imbroglioni.

      In Dramma della gelosia: tutti i particolari in cronaca (1970) per il suo rozzo Oreste -accanto ad una straordinaria Monica Vitti- che gli valse la Palma d’oro al Festival di Cannes.

      Ne Una giornata particolare (1977) che diviene occasione per un umiliato omosessuale di poter essere davvero sé stesso con la sfiorita casalinga Antonietta (Sofia Loren) rimasta come lui a casa nella giornata della visita di Hitler a Roma (6 maggio 1938).

       

      Elisabetta De Toma

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