[an error occurred while processing this directive]
[an error occurred while processing this directive]

Indira Gandhi: la prima Signora dell’India

  • Andato in onda:28/10/2016
  • Visualizzazioni:
    [an error occurred while processing this directive]

      Indira Gandhi: la prima Signora dell’India



      Indira Gandhi nacque il 19 Novembre 1917 ad Allahabad, in India, nella prominente famiglia politica di primo piano Nehru; suo padre, Jawaharlal Nehru, fu primo ministro dell'India. Indira Gandhi divenne a sua volta primo ministro, per tre mandati consecutivi, tra il 1966 e il 1977, tornando nuovamente in carica nel 1980. Speciale a cura di Alessandra Fiori.

      Quando suo padre, il Pandit Nehru, morì nel 1964 dopo essere stato a capo del governo indiano dal 1947, il Congress Party scelse come Primo Ministro Lal Bahadur Shastri, figura moderata e di princìpi gandhiani. Ma anche Shastri morì improvvisamente due anni dopo, e la dirigenza del Congress decise allora di riempire il repentino vuoto di potere con una figura che, si pensava, avrebbe certamente incontrato il favore popolare pur essendo facilmente manovrabile. Indira, che era stata nominata ministro dell'Informazione nel precedente governo Shastri e che sin da ragazza aveva affiancato il padre vedovo in numerosissime circostanze istituzionali e internazionali, si trovò così prima dei suoi cinquant'anni ad essere a capo della più grande democrazia del mondo e ad essere probabilmente la più potente donna dello stesso. Indira Gandhi divenne a sua volta primo ministro, per tre mandati consecutivi, tra il 1966 e il 1977, tornando nuovamente in carica nel 1980. Per i poveri era Mamma India. Per gli altri, Durgar, la dea della guerra. Eppure Indira era una donna di contraddizioni estreme. Amata e odiata in egual misura, la vita di Indira era una saga epica di faide, difetti e tradimenti, una vita al servizio del suo Paese, bruscamente interrotta da coloro a cui aveva affidato la sua protezione. Sebbene abbia fatto diventare l'India uno dei Paesi in via di sviluppo più prosperi del mondo, l'opinione su di lei divide ancora oggi le masse. La mattina del 31 ottobre 1984 la premier indiana, Indira Gandhi, venne assassinata da due guardie del corpo di etnia Sikh. Solo qualche settimana prima il generale Ashwini Kumar le aveva consigliato di escludere dal suo servizio di sicurezza i Sikh, ricordandole che quella comunità le aveva giurato vendetta per la repressione nel Tempio d’oro di Amritsar. Ma la “dama di ferro” si sentiva molto sicura dei suoi uomini e all’insistenza del generale aveva risposto così: «Come possiamo pretendere di fare dell'India uno Stato laico, se scegliamo le persone in base alla loro comunità?». Quella mattina la sua fiducia non venne ripagata e appena scese i gradini della sua residenza, salutando le guardie, una di loro esplose tre colpi contro di lei, seguito dal giovane collega che scaricò contro la Gandhi tutte le trenta pallottole del suo mitra. La prima Signora dell’India non ebbe il tempo di gridare e morì sul colpo. I giorni seguenti per l'India e il popolo indiano furono giorni di lutto e disorientamento. La sera prima dell’attentato, tornando da un giro elettorale nell’Orissa, aveva concluso il suo discorso con queste parole: «Non ho l'ambizione di vivere a lungo, ma sono fiera di mettere la mia vita al servizio della nazione. Se dovessi morire oggi, ogni goccia del mio sangue fortificherebbe l'India». 

      Commenti

      Riduci
      [an error occurred while processing this directive]
      [an error occurred while processing this directive] [an error occurred while processing this directive]