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Glorie e pentimenti

  • Andato in onda:18/04/2015
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      Glorie e pentimenti

       



      Storie di crociate, roghi e perdoni. Questioni e cronache di fine millennio. Appelli di Giovanni Paolo II alle Istituzioni nazionali e internazionali. Un programma del 1998, a cura di Flavia Pesetti. Testi di Lucetta Scaraffia e Giovanni Maria Vian. Regia di Leopoldo Antinozzi. 


      «Benedetto sei tu, Signore Dio dei nostri padri ... noi abbiamo peccato, abbiamo agito da iniqui, allontanandoci da te, abbiamo mancato in ogni modo. Non abbiamo obbedito ai tuoi comandamenti ... » (Dn 3, 26.29). Così pregavano gli Ebrei dopo l'esilio, facendosi carico delle colpe commesse dai loro padri. La Chiesa imita il loro esempio e chiede perdono per le colpe anche storiche dei suoi figli. Il riconoscimento dei peccati storici suppone una presa di posizione nei confronti degli eventi, così come sono realmente accaduti e che solo ricostruzioni storiche serene e complete possono far emergere. D'altra parte il giudizio su eventi storici non può prescindere da una considerazione realistica dei condizionamenti costituiti dai singoli contesti culturali, prima di attribuire ai singoli specifiche responsabilità morali. La Chiesa certo non teme la verità che emerge dalla storia ed è pronta a riconoscere gli sbagli, là dove sono accertati, soprattutto quando si tratta del rispetto dovuto alle persone e alle comunità. Essa è propensa a diffidare delle sentenze generalizzate di assoluzione o di condanna rispetto alle varie epoche storiche. Affida l'indagine sul passato alla paziente e onesta ricostruzione scientifica, libera da pregiudizi di tipo confessionale o ideologico, sia per quanto riguarda gli addebiti che le vengono fatti, sia per i torti da essa subiti. Quando sono accertate da una seria indagine storica, la Chiesa sente il dovere di riconoscere le colpe dei propri membri e di chiederne perdono a Dio e ai fratelli. Questa domanda di perdono non deve essere intesa come ostentazione di finta umiltà, né come rinnegamento della sua storia bimillenaria certamente ricca di meriti nei campi della carità, della cultura e della santità. Essa risponde invece a un'irrinunciabile esigenza di verità, che accanto agli aspetti positivi, riconosce i limiti e le debolezze umane delle varie generazioni dei discepoli di Cristo. L'avvicinarsi del Giubileo attira l'attenzione su alcuni tipi di peccati presenti e passati sui quali in modo particolare occorre invocare la misericordia del Padre. L'atteggiamento penitenziale della Chiesa del nostro tempo, alle soglie del terzo Millennio, non vuole dunque essere un revisionismo storiografico di comodo, che sarebbe del resto sospetto quanto inutile. Esso piuttosto porta lo sguardo sul passato e nel riconoscimento delle colpe, perché ciò sia di lezione per un futuro di più pura testimonianza.  
       

                             [GIOVANNI PAOLO II - UDIENZA GENERALE: Mercoledì, 1° settembre 1999]

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