Enrico Giovannini presidente Istat .Il tasso di disoccupazione a novembre è stato dell’8 , 7 per cento, un dato da leggere positivamente, in quanto inferiore alla media europea che invece è intorno al 10 per cento. Diverso il discorso riguardante il tasso di disoccupazione giovanile, qui siamo intorno al 29 per cento. La media europea è molto variegata: si val dal 40 per cento dei giovani disoccupati in Spagna , a situazioni come Germania e Francia è più basso. Storicamente in italia si registra un tasso di disoccupazione giovanile più alto della media europea. Questa crisi in particolare nel 2009 ma anche nel 2010 , ha colpito i giovani che avevano contratti a tempo determinato e che purtroppo hanno perso il lavoro.
Ci sono centinaia di posti liberi ad esempio nell’artigianato che non si riesce a coprire .E’ vero che non c’è questo rapporto diretto tra domanda e offerta ?
I dati sui cosiddetti : posti vacanti ,che ci danno una idea di quanti posti di lavoro , sono apparentemente disponibili nelle imprese. L’indicazione che abbiamo rispetto ai mesi più recenti è che questo numero dei posti vacanti sta crescendo leggermente. Non dobbiamo dimenticare che l’economia sta lentamente recuperando. Alcune imprese stanno effettivamente offrendo lavoro .Secondo i dati Unioncamere c’è un disallineamento tra le professionalità necessarie alle imprese e la disponibilità degli italiani , a svolgere lavori di natura tecnica, occupati spesso da mano d’opera straniera -lavori nel terziario ,servizio alle persone ad esempio badanti . Anche in alcune aree industriali , soprattutto nelle piccole imprese, il personale proviene da fuori Italia . Hanno esperienza da manovali , mentre gli italiani tendono a non svolgere più questi lavori. In agricoltura abbiamo una quota molto elevata di mano d’opera degli immigrati irregolari . Lavori a bassissimo reddito, che non consentono di sostenere una famiglia o un piano di vita .Molti giovani italiani tornano in famiglia proprio perché non riescono ad attuare un piano di vita autonomo. Il tipo di lavoro che viene offerto , spesso, non è all’altezza delle loro aspettative. Giovani molto qualificati che, invece ,vengono ridotti a fare lavori molto meno qualificati. Non dobbiamo dimenticare inoltre che le famiglie, poiché , hanno accumulato un livello di ricchezza , tendono a scoraggiare i figli a fare lavori dequalificati . famiglie che sono in grado di fare quella funzione di ammortizzatore sociale.Si rinvia quindi l’ingresso nel mondo del lavoro per cercare una posizione migliore .
Riguardo ai dati sulla contrazione dei consumi in cosa consiste quella che viene definita una vera e propria gelata ?
Sergio Marini presidente della Coldiretti : sul minor consumo degli alimenti bisogna considerare che si sono ridotti in maniera considerevole gli sprechi. Maggiore frequenza di acquisto, porzioni più piccole, ed anche una riduzione della scelta in termini qualitativi. Gli stili di vita cambiano e le priorità del consumo sono cambiate. Le vecchie gerarchie che vedevano gli alimentari in alto e le vacanze in basso, oggi si sono modificate .Oggi è difficile rinunciare a: telefonino alla palestra o alla piccola vacanza. Si può rinunciare all’abbigliamento, alle calzature, ai giornali , cancelleria , bigiotteria ,gioielleria ed anche su alcune voci dell’alimentare. Si sono operati dei tagli che vanno tra il 15 e il 20 per cento.
Quali sono le difficoltà che incontrano i giovani e i meno giovani per trovare un posto di lavoro ?
Giacomo Vaciago professore di politica economica e monetaria all’universita’ Cattolica del Sacro Cuore di Milano:la crisi degli ultimi due anni ha aggravato la tendenza che si era già manifestata negli anni precedenti. Alla poca crescita del Paese ,risponde una crescente segmentazione del mercato del lavoro:tra gli ultra- protetti e quelli per niente protetti. In questa seconda categoria sono più i giovani e le donne. La crisi odierna aggrava questi problemi strutturali, ne possiamo uscire con modifiche. Penso ad un disegno di legge , per riformare il sistema di tutela dei lavoratori. Evitare eccessi di tutela concentrati solo su parti di offerta del lavoro. Evitare i fenomeni , come quello odierno, dove si vota a Torino , dove una parte di una categoria è tutelatissima, e gli altri peggio per loro. In questo momento il problema è quello della disoccupazione giovanile ma più in generale , di tutti i nostri precari. Giovani disoccupati che “invecchiano “ in casa. Facciamo dipendere i giovani dalla protezione che viene dalle famiglie che hanno accumulato il risparmio.
Alberto Quadrio Curzio economista di economia politica Cattolica del Sacro Cuore di Milano:riguardo all’occupazione giovanile il ministro Sacconi ha messo in cantiere tante prospettive di azione. Il cambiamento strutturale dell’economia mondiale ha spostato una parte consistente della manifattura nei Paesi in via di sviluppo, ormai emergenti. Un segmento di occupazione che non ritornerà nei paesi sviluppati. Bisogna trovare dei nuovi segmenti di occupazione. In Svezia il tasso di disoccupazione è passato al 25 per cento, l’area di Londra il tasso di disoccupazione giovanile è al 25 per cento.Nella regione di Bruxelles e al 31,7 per cento. Stiamo attenti a non classificare solo l’italia come un caso specifico di disoccupazione giovanile. Per l’Italia il problema rimane comunque gravissimo ,anche per il divario nord-sud. Come risolvere il problema ? - Lavori che i giovani singolarmente non prendono, potrebbero essere invece svolti , da forme organizzate tra giovani, che dovrebbero avere grandissimi vantaggi ,non solo fiscali, ma anche di tipo amministrativo. Bisognerebbe facilitare molto queste forme di imprenditoria giovanile anche semplificando al massimo i gravami burocratici .Difficilmente un giovane fa assistenza agli anziani, dentro ad un sistema organizzato ,di liberalismo sociale , è possibile che lo faccia, perché si identifica con la propria organizzazione. Secondo punto cruciale è la valorizzazione del turismo , turismo culturale. I giovani laureati , possono fare moltissimo, sempre con le modalità organizzative d’impresa, bisogna andare incontro a queste forme organizzate, se gli adempimenti burocratici sono opprimenti nessuno si mette a fare impresa.