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Andrea Segrè, autore, con Luca Falasconi, di "Il libro nero dello spreco in Italia", Edizioni Ambiente (20.06.11)

Dal 1974 a oggi lo spreco alimentare nel mondo è aumentato del 50%. II 40% del cibo prodotto negli Stati Uniti viene gettato. In Gran Bretagna si buttano tra i rifiuti 6,7 milioni di tonnellate di cibo ancora perfettamente consumabile, per un costo annuale di 10 miliardi di sterline. In Svezia in media ogni famiglia getta via il 25% del cibo acquistato. E in Italia, ogni anno, prima che il cibo giunga nei nostri piatti, se ne perde una quantità che potrebbe soddisfare i fabbisogni alimentari per l’intero anno di tre quarti della popolazione italiana, vale a dire di 44.472.914 abitanti. Lo spreco alimentare è stato per troppo tempo sottostimato, poco indagato e poco documentato. Solo negli ultimi anni, complici la persistente crisi economica globale e il crescente allarme per il cambiamento climatico, si è acuita l’attenzione per questo problema. Lo scopo de Il libro nero sullo spreco in Italia: il cibo, il rapporto curato da Last Minute Market nell’ambito della campagna “Un anno contro lo spreco 2010”, è quello di analizzare la filiera agroalimentare ed elaborare una stima degli sprechi e una valutazione delle conseguenze economiche, ambientali, nutrizionali e sociali generate dalla gestione delle eccedenze. Risultato? Consumare meno, ma soprattutto meglio, è possibile, basta volerlo. Andrea Segrè è professore ordinario di Politica agraria internazionale e comparata e preside della Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna. È fondatore e presidente di Last Minute Market, spin-off accademico dell’Università di Bologna.

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