Nel Golfo dell'Asinara è stata finalmente identificata una parte del relitto della Corazzata Roma, adagiata a circa mille metri di profondità. "Il relitto non è intero, né in due parti, ma in più parti. Ora si tratta di identificarli e trovarne la posizione", spiega l'ingegnere Guido Gay, titolare della società Gaymarine S.r.l che ha inviato il sofisticato robot Pluto Palla a riprendere i resti. La nave era stata affondata da due bombe tedesche il 9 settembre del 1943. Nel video si vedono i cannoni antiaerei: alcuni erano ancora con la canna rivolta verso l’alto, per l’ultimo disperato tentativo di difendersi dai tedeschi. La marina considera un sacrario i resti della corazzata: dentro morirono 1352 marinai, insieme al comandante delle forze navali da battaglia. Intervista di Emma Farnè.