Sono gli oggetti, che ci accompagnano tutta la vita e spesso ci sopravvivono, il tema della sala dedicata alla natura morta; il primo assoluto del genere spiega il professore Flavio Caroli è opera di Figino, pittore della Controriforma, che improvvisamente lascia i soggetti abituali, santi e storia, per dedicarsi alle appetitose e profumate pesche posate sul piatto metallico. E’ finita la centralità dell’uomo e da qui in avanti per cinque secoli gli oggetti diventano la pittura: succede anche in Spagna, di lì a pochissimo, con Cotán e la sua tela irregimentata come un battaglione di soldati. Un salto temporale per arrivare a Matisse che torna alla golosità dei colori e ai riflessi della bellezza fatta con niente dopo la crisi artistica , e Morandi con lo sguardo fisso sull’oggetto, che dipinge nature morte per tutta la vita. Chiude la sala l’oggetto contemporaneo che si trasforma in oggetto di consumo: è quello che vede Lichtenstein, pittore americano.